Venerdi 18 maggio abbiamo presentato
"Bere vino puro", di Maria Luisa Catoni, ed.
Feltrinelli, dedicato alla tradizione e alle regole del simposio nell'antica
Grecia.
Alla presenza dell'Autrice, hanno discusso il libro Carlo Ginzburg e SalvatoreSettis. Ha coordinato il dibattito Giovanni Rizzoni.
L'evento si è svolto alle 17,30 presso la sede della Fondazione Olivetti, via Giuseppe Zanardelli 34, piano terra.
Alla presenza dell'Autrice, hanno discusso il libro Carlo Ginzburg e SalvatoreSettis. Ha coordinato il dibattito Giovanni Rizzoni.
L'evento si è svolto alle 17,30 presso la sede della Fondazione Olivetti, via Giuseppe Zanardelli 34, piano terra.
"In vino veritas": così il lirico Alceo cantava durante una "bevuta
insieme" che si svolgeva sull'isola di Lesbo, nel VII secolo avanti
Cristo. Questo motto, ancor oggi così popolare, condensa un principio
fondamentale del simposio greco: attraverso l'assunzione del pharmakon,
cioè del vino che è insieme veleno e medicinale svela la vera natura di
un uomo.
Ma il simposio non è un'allegra bevuta senza regole: il bere vi
è ritualizzato, il grado di ubriachezza che tutti devono raggiungere
viene deciso in anticipo, i partecipanti fissano regole per poi
sperimentarne la violazione e i modi della violazione.
Il simposio è in
questo senso un'istituzione politica, religiosa e sociale, attraverso
cui i gruppi aristocratici sperimentano, in un luogo protetto, le regole
e i comportamenti da tenere nel più ampio contesto della città. Al suo
interno si canta e si definisce l'opposizione tra amici e nemici, fra
inclusi ed esclusi, fra valenti e uomini dappoco. Al suo interno si
godono le gioie dell'eros, si ostenta la propria cultura, si esibisce il
privilegio dell'otium, si stringono alleanze.
Questo libro guarda alla
concretezza della pratica del simposio e rilegge il rapporto tra i canti
dei simposiasti e i vasi dipinti in cui bevevano.