Martedì 7 febbraio alla Fondazione Basso abbiamo presentato il libro di Alessandro Ferrara "Democrazia e apertura", Bruno Mondadori, 2011.
Ne hanno discusso Luigi Ferrajoli, Stefano Petrucciani e Francesco Riccobono.
Altrettanto irrilevante è parlare di "crisi" come di "trionfo" della democrazia: fra tutti i regimi, la democrazia è quello che si è mostrato più in grado di trasformarsi. Questo libro ne ripensa il profilo a fronte delle nuove sfide del XXI secolo e riflette su cosa differenzia una vera democrazia dalle sue imitazioni; su come la democrazia potrà funzionare in aggregati sovra-nazionali; sui nuovi poteri da distinguere e separare in società molto più complesse di quelle in cui fu pensata la tripartizione di potere legislativo, esecutivo e giudiziario; su come giustificare il pluralismo a chi vuole usare il voto democratico per ridurlo; e sul nesso di democrazia e apertura. Anche in riferimento a questo parametro vanno oggi ripensate destra e sinistra. Il neoliberismo da tre decenni vince perché ha spesso costretto la sinistra a rappresentare la chiusura. Ai tempi del New Deal era il contrario: la sinistra interpretava l'apertura al nuovo, e vinceva. Ciò dimostra quanto il rapporto con l'apertura sia essenziale per la democrazia. Comprenderlo è il primo passo per rilanciarla.
«La democrazia è innovazione, non tradizione: in questo consiste il suo legame con l'apertura». Questo è l'incipit del nuovo libro di Alessandro Ferrara, uno dei più interessanti filosofi politici italiani contemporanei", afferma Sebastiano Maffettone nella sua recensione su Il Sole 24 Ore.
mercoledì 21 dicembre 2011
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