Mercoledì 20 ottobre alle 18 abbiamo presentato il libro di Marcello Fedele Né uniti né divisi. Le due anime del federalismo all'italiana, ed. Donzelli, 2010.
L'incontro si è tenuto alla Libreria Feltrinelli, via V.E.Orlando, 78/81.
Sono intervenuti Luca Antonini, Linda Lanzillotta, Francesco Merloni, Massimo Villone.
Era presente l'autore.
Era presente l'autore.
Siamo entrati nel terzo millennio ma restiamo il paese dei mille campanili. I comuni erano 8382 nel 1871 e oggi se ne contano più di ottomila, mentre le province sono quasi raddoppiate. Negli anni settanta sono arrivate le regioni, seguite da centinaia di comunità montane e da migliaia di organismi minori.
Troppo Stato, troppi costi della politica. Sfuggiremo mai alla trappola del localismo in cui a suo tempo cadde anche il processo unitario? Non è detto.
L’attuazione del Titolo V sta moltiplicando le ragioni di conflitto tra i diversi poteri locali, oltre che tra autonomie e Stato. Un intreccio del genere non esiste nel federalismo europeo, che ovunque subordina il localismo ai governi regionali. Si ritrova invece in Brasile o in Messico, dove i comuni sono costituzionalmente garantiti.
Quale direzione prenderà da noi il cambiamento? Prevarrà il centralismo di Tremonti tipico del federalismo tedesco e austriaco, oppure il municipalismo di Bossi presente nel modello latino-americano?
Per ora queste due prospettive politiche si sono rafforzate reciprocamente, ma la partita più importante è ancora in corso, perché la riforma non entrerà a regime prima del 2016.
Benvenuti, dunque, nel nuovo decennio, incerto e inevitabilmente conflittuale. Saranno solo i prossimi anni a dirci quale delle due anime è destinata a prevalere. Oppure se entrambe saranno costrette a capitolare.